La rigenerazione urbana e l’utilizzo sostenibile del suolo sono le pietre angolari della proposta di legge A.S. n. 1028 (allegata qui di seguito riservata ai Collegi Associati). Questo disegno di legge rappresenta una valida alternativa alle politiche di consumo e impermeabilizzazione del nuovo suolo, in linea con gli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana incentrati sulla protezione ambientale.
Il disegno di legge per la rigenerazione urbana mira a raggiungere una serie di obiettivi mirati, tra cui:
• promuovere il riutilizzo delle aree già urbanizzate e degli edifici industriali con funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganizzati o incompiuti;
• riqualificare complessi edilizi, edifici pubblici e privati in stato di degrado, abbandonati, smantellati, non utilizzati o destinati ad essere rilocalizzati;
• incentivare la sostenibilità ambientale, la sostituzione e il miglioramento del decoro urbano e architettonico senza aumentare l’impermeabilizzazione o il consumo di nuovo suolo.
Elevare il livello di sostenibilità urbana richiede una serie di interventi mirati, al fine di promuovere un ambiente più salubre e a basso impatto ambientale. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso il riuso e la riqualifica degli edifici esistenti, la rimozione delle superfici impermeabili, la rinaturalizzazione del territorio, il mantenimento delle aree verdi e permeabili e l’aumento dell’assorbimento di CO2 e dell’infiltrazione delle acque. Inoltre, per favorire il riequilibrio ambientale e la sostenibilità ecologica, è necessario incentivare la presenza di aree verdi, il rimboschimento e la biodiversità nelle città.
Per prevenire il dissesto idrogeologico e ridurre l’effetto delle isole di calore, le città devono anche implementare soluzioni tecnologiche, architettoniche e ingegneristiche per migliorare l’efficienza energetica e garantire la sicurezza sismica in caso di eventi climatici estremi. Una corretta gestione del territorio prevede inoltre interventi di densificazione urbana che migliorino l’accesso ai servizi pubblici e riducano al minimo la consumazione di nuovo suolo.
Infine, per garantire una gestione sostenibile del territorio, gli Enti governativi devono raggiungere il “saldo zero” del consumo di suolo, bilanciando il consumo di nuova terra con la rinaturalizzazione, la de-impermeabilizzazione e la bonifica del suolo già consumato.
L’ obiettivo è innalzare la qualità della vita, senza distinzione tra centri storici e periferie, attraverso servizi di prossimità e l’integrazione funzionale degli spazi verdi, residenziali, commerciali, pubblici e tecnologici.
Si prevede la creazione di una rete di trasporti collettivi adeguata, promuovere la ciclabilità e favorire l’utilizzo di percorsi pedonali.
Si tratta di promuovere la coesione sociale attraverso la creazione di edilizia residenziale popolare e il riutilizzo di edifici abbandonati e aree dismesse per soddisfare la domanda abitativa in modo sostenibile, preservando l’ambiente e il territorio circostante.
La proposta, composta da ventiquattro articoli e un allegato contenente la formula per l’equivalenza tra il suolo consumabile e quello recuperato, si concentra sulla pianificazione della rigenerazione urbana e del consumo di suolo.
Il Capo II prevede una serie di disposizioni generali per le regioni, le province autonome e i comuni, tra cui il divieto di consumo di terreni nuovi e di impermeabilizzazione, oltre a definire i tempi e le modalità di pianificazione territoriale. Inoltre, ci sono particolari disposizioni per la gestione di suoli contaminati e per l’utilizzo circolare e sostenibile dei suoli scavati con attenzione alla comunicazione dei dati e al monitoraggio.
Il piano “verde e superfici libere urbane” obbligatorio per i comuni, rappresenta uno strumento utile per la pianificazione urbana e la tutela dei boschi, adottando misure di censimento e tutela dei boschi di neoformazione.
Infine, il Capitolo IV si concentra sui compendi agricoli neo-rurali, ovvero insediamenti rurali da riqualificare con dotazioni urbanistiche ed ecologiche, considerando anche le novità delle nuove tecnologie di comunicazione e di trasmissione dei dati. L’obiettivo è quello di offrire nuove opportunità di sviluppo economico e occupazionale. Si precisa inoltre il divieto per il cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli.
Nel capitolo V, riservato alla gestione di fondi, incentivi, sanzioni e premi, viene istituito il “Fondo per la Rigenerazione Urbana e il Contrastare il Consumo di Suolo“: una risorsa che sarà distribuita tra le regioni e le province autonome e che unirà le risorse del “Fondo per gli Investimenti in Rigenerazione Urbana per i Comuni con Popolazione Inferiore a 15.000 Abitanti” e del “Fondo per il Contrastare il Consumo di Suolo“. Inoltre, tra le misure di incentivazione, sarà data la priorità agli interventi di riutilizzo e rigenerazione urbana o bonifica dei siti contaminati, nonché al recupero del suolo a fini agricoli o ambientali tramite demolizione.
In caso di mancato adempimento, i comuni saranno soggetti a sanzioni e dovranno rispettare obblighi di trasparenza.
Si allega il Testo ddl-rigenerazione-urbana-as-1028